Come il decreto Urbani, pensato per favorire l'industria
cinematografica, danneggia il software libero
ovvero
Un pianto greco che sa di antico (risposta ai discografici/filmografici)
Gli editori di musica e film continuano a lamentarsi del fenomeno di
scambio di file via Internet. Le loro proteste in seguito al tentativo
del Parlamento di riequilibrare una legge unanimemente definita non
ottimale si basano sul falso assunto che se si scambiano file su
Internet gli autori vengono danneggiati.
Gli autori che utilizzano Internet per creare e sviluppare software ed
opere libere ritengono invece che lo scambio di file sia essenziale per
diffondere e distribuire il loro lavoro favorendo in questo processo la
crescita di un patrimonio comune di conoscenze a beneficio dell'intera
collettività.
Al contempo le imprese che operano con software libero si trovano
periodicamente ad affrontare normative legali create con l'implicita
assunzione che una copia sia illegale, normative che creano ostacoli del
tutto artificiali alla loro attività.
L'irrigidirsi delle posizioni protezionistiche di questi gruppi
industriali cozza violentemente con il progresso tecnologico. Molte
distribuzioni di software libero utilizzano metodi automatici per
lo scaricamento, l'aggiornamento e l'installazione di programmi la cui
distribuzione è perfettamente legale e la cui copia è permessa a chiunque.
Tuttavia la lettera di leggi come la legge Urbani prevede che
ognuno dei protocolli usati per questi automatismi sia adeguato per
visualizzare un avviso che dica che scaricare quel programma è legale.
Questo significa che la quasi totalità delle attuali distribuzioni di
software libero sono fuorilegge, e che richiederebbero ingenti
investimenti per adeguarsi. Significa anche che molte distribuzioni
ospitate all'estero potrebbero trovare più semplice impedire l'accesso
dall'Italia, per non incorrere in violazioni. Non è da escludere
inoltre che il decreto sia in violazione delle norme europee sulla
libera circolazione delle merci.
La protesta delle comunità della rete è pertanto sacrosanta e dovrebbe
essere presa in considerazione dalle varie FIMI, Univideo e compagnia
per un serio esame di coscienza sui modelli commerciali delle proprie
associate e sulla qualità dei loro prodotti piuttosto che inveire contro i
propri clienti.
Associazione Software Libero
Free Software Foundation Europe
Italian Linux Society
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